"Da qualche tempo distinguo il termine industrial design dalla parola design,che in inglese significa progettare. Si potrebbe progettare anche un assalto al teatro di Mosca; invece c'è un disegno particolare, specifico, che è quello che si fa per l'industria, per la produzione, per i mercati: questo è disegno industriale." Ettore Sottsass

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lunedì 24 gennaio 2011

Ettore Sottsass, un piccolo omaggio a Mondrian, Friedman Benda, New York

New York - Friedman Benda è lieta di annunciare una mostra di opere di Ettore Sottsass. Questa serie di armadi ideati dall' architetto negli ultimi anni della sua vita è dedicata al maestro De Stijl, Piet Mondrian.   Mai prima d'ora espostesi traducono in  mobili scultorei di colore e forma splendida.
Questo corpo notevole di lavoro sta alla fine di una carriera senza precedenti in oltre sei decenni, in cui Sottsass sfida le convenzioni del modernismo e continuamente reinventa il corso del design contemporaneo.



                 

Fonti:
http://www.designws.com/news/ettore_sottsass_un_piccolo_omaggio_a_mondrian_friedman_benda_new_york/

martedì 11 gennaio 2011

Futurismo: libri indistruttibili

Furono i futuristi i primi ideatori di libri “indistruttibili”: Dinamo Azari, nel 1927, dota la legatura del libro di Fortunato Depero Depero futurista di bulloni e copiglie che rendono il volume forte come lo sportello di una macchina o di un aeroplano; ai futuristi si deve poi l’invenzione del libro di latta.
I primi esemplari: Parole in libertà futuriste olfattive tattili termiche (1932) di Marinetti e d’Albisola e L’anguria lirica (1934) di d’Albisola e Munari.


Nel 1927 il futurista  Fortunato Depero forgia un libro di tipo radicalmente nuovo, tramite il quale - usando le tecniche di comunicazione pubblicitaria nelle quali era già un maestro (anche se non sempre compreso) - presentare ad un possibile target della sua "Casa d'arte futurista Depero" l'insieme delle multiformi attività sviluppate dall'artista. Oltre che per la bellezza tipografica, questo volume è importante anche come primo esempio di un nuovo rapporto "totale" fra artista e libro: data l'unitarietà dell'ispirazione artistica che lo genera, in questo libro forma e contenuto si fondono completamente.
  

Il passo finale verso il libro-oggetto, lo compie il ligure Tullio d'Albisola, usando per le pagine, invece della carta, lamine di ferro-stagno litografato a colori, grazie alla collaborazione della ditta savonese Lito-latta, che produceva scatole metalliche per conserve almentari.
Particolarmente affascinante la prima lito-latta Parole in libertà futuriste olfattive tattili termiche, che combina testi paroliberi di Marinetti con una decorazione astratta a campiture di colore basate su gradazioni tonali. Il dispiegarsi dei brillanti colori sulle superifici metalliche delle pagine conferisce loro una luminosità nuova, realizzando un esempio di quella "estetica meccanica" che teorizzavano i futuristi.
 



"L'anguria lirica", ideatore ed editore Tullio d'Albisola, suoi anche i testi.
La copertina e i 12 disegni a colori sono di Bruno Munari, oltre a un ritratto in nero di Nicolay Diulgheroff.
Prodotto e assemblato nello storico stabilimento della "Lito-Latta" di Zinola (Savona), nel 1933, in soli 100 esemplari.
I fogli, litografati in lamierino sottilissimo, sono 21, misurano cm 15,5 x 19,5, peso complessivo del libro gr. 700.


Fonti:
http://roma.bloomsburyauctions.com/detail/ROMA-20/646.0
http://www.arte.go.it/eventi/2005/1323.htm

mercoledì 5 gennaio 2011

Regalare design ai più piccoli: i prelibri di Bruno Munari.

PRELIBRI, un volume di culto ormai, sono stati pubblicati per la prima volta da Danese nel 1980. Sono una serie di 12 piccoli libri (10 x 10 cm) dedicati ai bambini che non hanno ancora imparato a leggere e scrivere, disegnati per adattarsi alle loro mani e assemblati usando diversi tipi di materiali, colori e rilegature.
Offrono una varietà di stimoli, sensazioni e emozioni, che nascono dall'accostamento di percezioni e immagini:


"dovrebbero dare la sensazione che i libri siano effettivamente fatti in questo modo, e che contengano sorprese. La cultura deriva in effetti dalle sorprese, ossia cose prima sconosciute" (Bruno Munari).


Ogni libro una sorpresa, un colore, una forma, un materiale, ma soprattutto, neanche una parola. Poesia per gli occhi e per le dita.I prelibri sono raccolti all’interno di un contenitore-scrigno, realizzati interamente a mano e perciò unici pur nella loro serialità. Ogni libro è double-face, ed estraendolo dalla sua taschina nello scrigno non si sa mai cosa ci si possa trovare dentro. I Prelibri sono un oggetto prezioso, come se ne trovano sempre più raramente, progettato come stimolo per la curiosità e la manualità dei bambini, ma anche di noi adulti che non vogliamo smettere di stupirci.








Munari ha stabilito una via alternativa alla formazione dei bambini ed al pari del collega Enzo Mari, ha posto le linee guida di un metodo progettuale efficace tuttora, facendo della semplicità che desta stupore il suo cavallo di battaglia. Ancora dopo cento anni, il lavoro di Munari continua infatti ad essere inesauribile fonte di ispirazione per i designer di oggi, e la sua incredibile produzione di libri-gioco uno strumento insostituibile per l’apprendimento dei più piccoli.

Fonti:

martedì 4 gennaio 2011

I libri oggetto di Bruno Munari: libri illeggibili.

Nel 1949 Munari progetta per la prima volta una serie di “libri illeggibili”, opere che definitivamente rinunciano alla comunicazione testuale a favore della sola funzione estetica.
Non semplicemente supporto per il testo, la carta comunica un messaggio attraverso il formato, il colore, i tagli e la loro alternanza. Si omettono gli elementi che costituiscono il libro tradizionale, come il colophon e il frontespizio, e la lettura diventa lo svolgersi cadenzato di una composizione musicale, con timbri sempre diversi nell’alternarsi delle pagine.



Nei libri di Munari ogni elemento si fa carico di contenuti semantici specifici che riguardano la carta, lo spessore, la trasparenza, il colore e il formato delle pagine. All'esperienza visiva della texture, con qualità di lucido o di opaco, si affianca l'esperienza tattile legata al senso della morbidezza o della durezza, oltre alle fustellature e le pieghe.


 


Libro illeggibile N.Y.1
«È un libro di comunicazione plurisensoriale, oltre che visiva. Fu così che nacquero i "libri illeggibili", così chiamati perchè non c'è niente da leggere ma molto da conoscere attraverso i sensi»



Libro illeggibile. Così si chiama questo volume che Munari ha realizzato nel 1967 per il Museum of Modern Art di New York, in occasione della mostra "Two graphic designers".
È un libro di cartoncino rosso, nero e grigio. Cartoncino bucato, con fori perfettamente rotondi che lasciano intravedere le pagine successive, che come porte ci conducono a un cuore di pagine traslucide che svelano piano piano il percorso di un luminoso filo rosso.


Questo filo attraversa lo spazio, per sparire infine nell'ultima pagina, giocando con le spirali-scarabocchio che Munari dissemina tra le pagine. È un libro senza storia, senza parole, ma racconta molto di noi stessi. I colori vengono percepiti da ognuno in modo unico. Non si tratta solo di vedere ma di sentire in un senso ampio. Con il tatto: carta ruvida che si alterna a carta liscia; con l'olfatto: il cartoncino, i fogli traslucidi, e il libro hanno odori distinti (e chissà dov'è stato conservato, questo volumetto così sorprendente, prima che approdasse fra i nostri libri); con l'udito: scorrendo fra le pagine, il filo non fa sempre lo stesso rumore, perché interagisce con carte diverse in modo diverso.


Questo non è il primo libro "illeggibile" di Munari, che lo crea quando ormai da anni ragiona sui menabò, cioè sui modelli "nudi" dei libri, che ancora non sono stati riempiti dalle parole e dalle immagini. Gli interessa la forma, non come concetto, bensì per come la possiamo sentire, e per come effettivamente la sentiamo.
Nel 1949 alla Libreria Salto di Milano espone i primi illeggibili. Alberto Mondadori, che scrive il testo di presentazione, ci regala questa bellissima riflessione:

«Forme, colori, spazi, accordi, ritmi, possono essere usati come linguaggio per esprimere delle sensazioni, degli stati d'animo, per "raccontare" qualcosa. (...) Colori allegri, colori tristi, drammatici, pesanti, vaporosi, forme lievi, fragili, decise o accennate, angolose o morbide, pagine sottilissime, pagine rigide, molli o dure, opache o trasparenti, intatte o strappate, possono diventare un linguaggio comune ad ogni essere umano.»

Fonti:
http://www.corraini.com/scheda_libro.php?id=35
http://www.munart.org/index.php?p2=1

lunedì 3 gennaio 2011

Ecodesign: riciclare i rifiuti delle feste!

Sappiamo che in ogni oggetto usato si nasconde un potenziale nuovo oggetto. Qui vengono presentati solo alcuni  degli infiniti esempi  di quello che è possibile ottenere attraverso il riciclo creativo dei rifiuti derivanti dalle feste, dagli accessori per la cucina ai gioielli da indossare!


La bacheca da cucina con tappi di sughero


  Poltrona


 Gioielli dai tappi di sughero

 Una tenda con i tappi di sughero


Il poggiapentola 


Puntaspilli


 Lampada


Una renna per l'albero


L'eco-zerbino lavabile realizzato con i sacchetti di plastica


Eco-borsa con le lattine


 
Eco-gioielli


Eco-cornice


 Eco-tenda


Posa cenere


 Eco-Borsa realizzata con le linguette delle lattine


Eco-Lampada


Il caccia spiriti casalingo é una simpatica idea che ci fornisce il blog Giveneyestosee per riciclare posate ormai vecchie

 Il tubo-pringols portaoggetti dopo una scorpacciata di patatine perché buttare via il contenitore?


Fonti: